L’acqua è una delle risorse più importanti del nostro pianeta ed è indispensabile a ogni forma di vita, sia essa animale o vegetale. Purtroppo, molte fonti di inquinamento la minacciano e per questo è necessario utilizzare particolari tecnologie per ‘ripulirla’ prima che diffonda le sostanze inquinanti che trasporta.
Tutte le grandi industrie moderne producono notevoli quantità di liquidi di scarto, soprattutto acque reflue che sono riversate nell’ambiente. Lo stesso fanno anche le aziende agricole, gli allevamenti di animali o semplicemente le abitazioni private. Le acque reflue contengono spesso sostanze molto inquinanti, sia organiche che inorganiche, che possono mettere seriamente in pericolo la vita di animali e piante se raggiungono i corsi d’acqua naturali. In più, le sostanze inquinanti possono mettere in serio pericolo anche la salute delle persone se raggiungono le falde acquifere, vale a dire i depositi d’acqua naturali da cui attingiamo l’acqua potabile che poi arriva in casa quando apriamo il rubinetto.
Per questo le acque di scarico devono essere ripulite prima di essere disperse nell’ambiente per mezzo di appositi impianti detti depuratori.
Talete s.p.a. come gestore di tutta la filiera acquedottistica ha in gestione 52 impianti di depurazione e circa 80 stazioni di sollevamento.
Nei decenni passati e fino a pochi anni fa, il notevole aumento del consumo di acqua da parte delle industrie, delle attività produttive e domestiche, portò ad un aumento del carico delle acque reflue, complicando o addirittura impedendo
in parte, il potere di autodepurazione dell´acqua.
Il mancato equilibrio naturale venne ripristinato tramite una notevole spesa per la realizzazione di impianti di depurazione e di reti fognarie adeguate che attraverso l´impegno adottato dal personale addetto agli
impianti e alla manutenzione della rete fognaria, portarono, e portano tuttora, queste opere al mantenimento di un acqua corrente pulita.
Funzionamento di un impianto di depurazione
Le acque reflue vengono raccolte dalle singole reti fognarie e convogliate mediante collettori all’impianto di depurazione. In molti casi è indispensabile il sollevamento dei liquami convogliati dal collettore per inviarli alle fasi successive di trattamento.
Come primo trattamento all’interno di un impianto di depurazione troviamo la grigliatura, che serve per la rimozione del materiale grossolano (pezzi di plastica, legno, prodotti per l’igiene, sassi, carta ecc.) tutto ciò, che potrebbe altrimenti intasare tubazioni e pompe.
Successivamente nella dissabbiatura avviene la separazione delle sabbie per sedimentazione naturale.
Nella vasca di sedimentazione primaria avviene la separazione per gravità dei solidi sedimentabili. I fanghi che si accumulano sul fondo della vasca vengono sospinti dalla lama di fondo del carroponte raschiatore nelle tramogge di raccolta e da queste vengono poi prelevati per essere inviati ai trattamenti successivi.
L’eliminazione delle sostanze disciolte e i solidi sospesi avviene nella vasca a fanghi attivi.
Questo processo si basa sull’azione metabolica di microrganismi, “batteri” che utilizzano le sostanze organiche e l’ossigeno disciolti nel liquame per la loro attività e riproduzione. In tal modo si formano fiocchi costituiti da colonie di batteri facilmente eliminabili nella successiva fase di sedimentazione. Per un ottimale assorbimento delle sostanze è necessaria una sufficiente presenza di ossigeno, che viene fornito mediante insufflazione di aria dal fondo.
La separazione dei fiocchi di fango dalla miscela aerata si ottiene per sedimentazione nella vasca di sedimentazione finale. Un ponte raschiatore raccoglie il fango sedimentato e lo rinvia nella vasca di aerazione fanghi.
L’acqua in uscita dalla sedimentazione finale può definirsi a questo punto pulita e può pertanto essere restituita al corso d’acqua superficiale.